Il caricabatterie universale davvero sta per arrivare e si annuncia come un grande cambiamento per tutti noi che ci consideriamo sperduti se abbiamo il cellulare scarico. È dal 2009 che l’Unione europea cerca di far introdurre un charger unico per tutti i telefoni cellulari, tablet, fotocamere digitali e tanto altro che andremo a specificare. La novità è che questa volta la decisione presa non dovrebbe subire ulteriori modifiche: a partire dal 2024 la direttiva Ue entrerà in vigore in tutti i paesi membri e secondo le stime dei legislatori porterà ad un maggiore riutilizzo dei caricabatterie e sarà una norma dalla parte dei consumatori che complessivamente potranno risparmiare sino a 250 milioni di euro all’anno sull’acquisto di questi oggetti ormai indispensabili malgrado tutto.
La direttiva ammetterà un unico caricatore di tipo Usb-C e verrà inoltre armonizzata la velocità di ricarica per i dispositivi che supportano la funzione rapida, consentendo agli utenti di caricare i propri devices alla stessa velocità con qualsiasi caricabatterie compatibile. L’ambizione è fare sì che i cittadini dell’Unione europea non debbano più acquistare un caricabatterie e un cavo nuovo per ogni apparecchio acquistato. Una mossa anche ambientalista, visto che ogni anno vengono spediti in Europa mezzo miliardo di caricatori per i dispositivi digitali che generano dalle 11 alle 13mila tonnellate di rifiuti elettronici ogni anno.
Praticamente tutti se sono portatili, ed è per questo che è stato scelto il cavo Usb-C, in grado di sostenere una vasta gamma di apparecchi dalle esigenze più disparate a seconda delle dimensioni, girano tuttavia delle liste del tutto informali e provvisorie sui devices coinvolti nella direttiva e che saranno integrate in corso d’opera:
La direttiva sul caricabatterie unico è solo il primo passo e ha un orizzonte più ampio. Il legislatore europeo punta ad ottenere "l’interoperabilità delle tecnologie di ricarica wireless entro il 2026, migliorando le informazioni fornite ai consumatori con etichette dedicate. Le aziende tecnologiche si stanno già muovendo verso un sistema universale di ricarica dei dispositivi elettronici (che sta prendendo piede senza alcun intervento ufficiale): lo standard Qi.
Arrivare a questa data con una strategia comune che vuol dire standard comuni, è uno degli obiettivi della Commissione. È stato calcolato che i consumatori europei possiedono in media circa tre caricabatterie per i cellulari e ne usano abitualmente due, ma il 38 per cento degli utenti dice di aver incontrato difficoltà almeno una volta nel ricaricare il proprio dispositivo perché si è imbattuto in caricatori incompatibili. Un fattore che ha portato disagi e costi aggiuntivi per i consumatori che spendono circa 2,4 miliardi di euro all’anno per comprare caricabatterie separati non compresi nell’acquisto dei devices. Se poi ci aggiungiamo che grandi produttori tendono ormai a non vendere più insieme al dispositivo i caricabatterie il quadro è completo.
Chi tra le case produttrici è contrario sostiene che si tratta di un freno allo sviluppo tecnologico, chi può dire infatti se tra quattro o cinque anni non avremo nuovi innovativi sistemi di ricarica dei dispositivi? In ogni caso le scelte dei legislatori sono più dirette verso la tutela delle tasche dei consumatori ed è per questo che dopo la pausa estiva la Commissione europea presenterà anche la sua proposta di direttiva contro l’obsolescenza programmata dei dispositivi elettronici e all’orizzonte ci sono ulteriori provvedimenti che includono l’affidabilità, la facilità di smontaggio, gli incentivi alla riparazione, l’accesso ai pezzi di ricambio critici, nonché l’aumento del riciclo.