Come sulla salute, sulla sicurezza della casa non si scherza. Nello stesso modo in cui non si scherza, tantomeno si lesina. Avere un sistema di antifurto in alcune situazioni è necessario, in altre è accessorio, in altre ancora vitale. Andiamo a vedere insieme da cosa è composto un sistema di antifurto, cercando di capire bene quali sono i componenti indispensabili e quali quelli di cui possiamo fare a meno.
Per pensare al tipo di antifurto che va installato, bisogna innanzi tutto partire dal considerare il tipo di abitazione dove viviamo: ci troviamo in una villetta con giardino? In una casa in campagna? In un appartamento al pian terreno? In uno all’ultimo piano?
A seconda di questo, cambierà logicamente il tipo di attrezzatura di cui necessitiamo. Una villa con giardino prevedrà sicuramente un’attrezzatura più sostanziosa rispetto ad un appartamento all’ultimo piano. Indipendentemente dal tipo di abitazione, un sistema di antifurto consta di quattro componenti fondamentali:
Una volta appurata quella che è la base minima di ogni sistema, va cercato di capire, a seconda delle proprie esigenze, quello che ci può servire come sistema di antifurto: possiamo optare per dei sistemi attivi come, ad esempio, le sirene o i fumogeni, oppure per dei più semplici sistemi passivi, come le inferriate, le porte blindate o le cerniere antisfondamento. A questo si può aggiungere anche un sistema di sorveglianza, un sistema di telecamere che possono essere controllate da remoto e che mantengano anche le registrazioni.
Altra caratteristica da considerare è il modo in cui questo sistema di antifurto va comunicando con le diverse parti in causa. Un sistema d’allarme con fili prevede che, appunto, la centralina comunichi con le altre parti tramite dei cavi. Questo potrebbe richiedere dei lavori di muratura, nel caso in cui il passaggio di questi cavi si voglia nascondere o sia ostruito da arredamento. Questo tipo di sistema, tuttavia, ha una resa costante nel tempo, non disperde il segnale e funziona con la corrente di casa.
L’alternativa è un sistema di allarme senza fili, nel quale quindi la comunicazione tra i suoi componenti avviene via onde radio. È sicuramente più comodo, anche perché spesso sono anche collegabili a delle app per monitorarli, ma hanno qualche piccolo difetto rispetto al sistema filare che richiede la scelta verso accessori specifici: è opportuno prendere un sistema con anti jamming per evitare la dispersione del segnale e con doppia frequenza di modo da ovviare eventuali blackout.
In definitiva, l’alternativa senza fili è più utile nel caso di piccole abitazioni, mentre l’alternativa con i cavi è più indicata per immobili più grandi, di modo da non disperdere il segnale per l’eccessiva distanza.
Per qualsiasi tipologia di antifurto, torna utile un collegamento ad un GSM. Ma cos’è? Un combinatore telefonico. Cos’è un combinatore telefonico? È un dispositivo che nel momento in cui viene rilevata un’anomalia, da un blackout fino all’irruzione nell’immobile, avvisa con un SMS o una telefonata registrata ad una lista di contatti che possono intervenire. È anche possibile inserire il numero delle Forze dell’Ordine per permettere un loro intervento tempestivo. In tal caso, state attenti a non farlo scattare erroneamente, altrimenti vi ritroverete una pattuglia in casa, occupandola inutilmente.
È complesso dare consigli sul risparmio con un argomento così delicato. Il consiglio migliore che ci sentiamo di dare è quello di valutare in maniera estremamente accurata le vostre necessità. Se pensate che la videosorveglianza per un appartamento di 45 mq sia eccessiva, forse avete ragione, ma se siete al piano terra, non lesinate sulle inferriate e su un sistema d’allarme senza fili.