A seguito dei diversi bonus edilizi e della crescita dei prezzi dell’energia, si parla molto ultimamente di isolamento termico. Molti interventi relativi all’Ecobonus prevedono, infatti, delle tecniche che consentono di far salire l’abitazione nel ranking energetico e renderla più resistente al freddo.
Il cappotto termico, per esempio, è il metodo di isolamento termico che ha preso più piede nell’ultimo anno, grazie anche agli sgravi fiscali che sono stati garantiti dallo Stato.
C’è, però, anche un'altra procedura, meno blasonata ma estremamente conveniente quale l’insufflaggio termico. Andiamo a vedere con Winnerland cos’è e quanto si risparmia con l’insufflaggio.
L’insufflaggio è una pratica di isolamento termico che può essere applicata a quegli edifici dotati di intercapedini. Se vi state chiedendo anche cosa sia un’intercapedine, recuperiamo subito: si tratta di uno strato d’aria divisorio tra il perimetro murario esterno di un edificio e il perimetro murario interno dei diversi appartamenti. Molti palazzi tra gli anni ’60 e ’90 sono stati costruiti in questa maniera, per sfruttare l’aria come isolante sia termico che acustico.
L’insufflaggio consiste nel riempire tali intercapedini con del materiale isolante. Vi sono diverse possibilità sulla scelta del materiale: quello più ecologico in assoluto sono i fogli di giornale. Oltre ad essere una scelta estremamente ecologica, è molto contenuta a livello di prezzi.
L’intervento non è molto invasivo, richiede solitamente una giornata di lavoro e poche persone operativamente attive.
Una alternativa comunque ecologica, ma un po’ meno economica è la lana di vetro.
È possibile intervenire su un edificio/appartamento che ancora non ha ricevuto la pittura dall’interno, forando le pareti e riempiendole con il materiale tramite un’apposita siringa. Se la pittura è già stata effettuata, si può intervenire dall’esterno ottenendo il medesimo risultato.
Qual’é, dunque, la differenza tra cappotto termico ed insufflaggio? In sostanza, il cappotto termico consiste nell’applicare uno strato ulteriore, generalmente di polistirolo, alle pareti esterne o interne delle abitazioni. È una soluzione molto interessante, con pro e contro rispetto all’insufflaggio, che invece è molto meno conosciuto.
L’efficacia del cappotto termico in termini di isolamento termico è massima. Riesce infatti a trattenere il 100% del calore che viene prodotto all’interno dell’abitazione. L’insufflaggio garantisce circa il 70% di isolamento termico, quindi, una quota leggermente minore, ma comunque molto consistente.
Il cappotto termico prevede uno strato aggiuntivo sui muri esterni o interni. In entrambi i casi, toglie dello spazio, dentro o fuori dall’abitazione; soprattutto nei casi di cappotto interno, potrebbe togliere spazio di movimento all’interno di una casa. L’insufflaggio, sfruttando gli intercapedini ove presenti, non toglie altro spazio all’abitazione.
È sul versante dei costi che l’insufflaggio detiene una sostanziale leadership sul cappotto termico. I materiali utilizzati, come già descritto sopra, sono sostanzialmente riciclati o comunque hanno un basso impatto sui costi. La spesa viene ulteriormente limata dalle tempistiche di intervento: per il cappotto termico è necessario operare sui ponteggi e servono generalmente diversi giorni per intervenire su tutto lo stabile. Per l’insufflaggio basta anche una giornata di lavoro, nelle modalità descritte sopra.
Con il picco dei costi dell’energia, l’isolamento termico delle abitazioni è sicuramente un investimento da valutare. Da veri campioni del risparmio, oltre ad aggiungere un maglione al nostro solito abbigliamento domestico, possiamo indagare se la nostra casa presenta degli intercapedini e quindi se si presta alla pratica dell’insufflaggio.
Bussate sui muri per scoprire queste zone d’aria, ma occhio a non disturbare troppo i vicini!